L’allevamento intensivo è la principale fonte di sofferenza per gli animali. I danni che provoca impattano non solo sugli animali ma anche sull’ambiente e sulla salute delle persone.
Basti pensare all’uso eccessivo di antibiotici che viene fatto negli allevamenti:molto spesso i trattamenti sono preventivi e di routine, per mantenere in vita gli animali, anche in condizioni terribili, fino al momento della macellazione. I dati dell’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) mostrano che l’Italia resta fra i più grandi consumatori di antibiotici negli allevamenti in UE e che circa il 94% degli antibiotici utilizzati serve per i trattamenti di massa somministrati nei mangimi o nell’acqua.
Così mentre l’allarme per l’antibiotico resistenza cresce a livello globale, il nostro Paese prosegue a passo di gambero. È ormai provato che l’uso elevatissimo di antibiotici in zootecnìa ha una pesante responsabilità nell’insorgere del fenomeno dell’antibiotico resistenza che minaccia e colpisce anche gli esseri umani. La zootecnìa intensiva, invece di migliorare le condizioni di benessere animale, unico modo per ridurre l’uso di antimicrobici, continua a servirsene per mantenere lo status quo dell’allevamento intensivo, ovvero milioni di animali tenuti in condizioni pessime e sottoposti a “pratiche” zootecniche incompatibili con i loro limiti fisiologici.
Informarsi sul metodo di allevamento degli animali è la prima tappa verso il consumo responsabile.
L’unica alternativa possibile è l’allevamento biologico che garantisce al 100% il rispetto del benessere animale.
Per benessere si intende generalmente “la qualità della vita di un animale come viene percepita da un singolo animale”.
Il benessere animale nel suo complesso non include solo la salute e il benessere fisico dell’animale ma anche il suo benessere psicologico e la capacità di esprimere i suoi comportamenti naturali.
Il benessere può essere considerate rispettato se gli animali sono in buona salute, si sentono bene e sono liberi dal dolore, come viene descritto dalle “Cinque libertà”.
Le cinque libertà